martedì 12 febbraio 2019

giovedì 27 dicembre 2018

mercoledì 26 dicembre 2018

sabato 6 gennaio 2018

A Elzunia

"Signore - dissi - la, su un ramo c'è un corvo. So bene che la tua maestà non può abbassarsi fino a chi ti parla. Tuttavia ho bisogno di un segno. Quando avrò finito la mia preghiera fa' volar via quel corvo. Ciò sarà per me come un cenno, una prova che non sono completamente solo al mondo... "
Fissai l'uccello, ma questi non si mosse dal ramo.
Allora mi rivolsi nuovamente alla pietra:" Signore! - dissi - hai certamente ragione. La tua maestà non può degnarsi di accogliere le mie sollecitazioni. Se il corvo fosse volato via, io sarei ancora più triste, poiché un tale segno io non l'avrei ricevuto che da uno come me, dunque da me stesso. Sarebbe stato ancora un riflesso dal mio desiderio. E ancora non avrei incontrato che la mia solitudine.".
E dopo essermi prosternato mi allontanai.
Ma proprio allora la mia disperazione cedete a una serenità singolare quanto inaspettata.

Antoine De Saint-Exupery

China 2017

martedì 7 febbraio 2017

TZEDAKÀ

Otto sono i livelli di Tzedakà.

Il più alto di tutti è quello di chi aiuta un ebreo povero e gli dà un dono o un prestito, o fa una società con lui, o gli trova un lavoro, in modo che lo rafforza, fino a che non abbia più bisogno di chiedere agli altri.

Il livello inferiore a questo è quello di chi dà Tzedakà ai poveri, senza sapere a chi vanno, nè il povero sa chi ha dato.

Il livello inferiore a questo è quello in cui il donatore sa a chi dà, ma il povero non sa da chi prende come facevano i più grandi maestri che andavano in segreto ad infilare le monete sotto le porte dei poveri.

Il livello inferiore a questo è quello in cui il povero sa da chi prende, ma il donatore non sa a chi dà.  

Il livello inferiore a questo è quello in cui si dà prima che venga chiesto.

Il livello inferiore a questo è quello in cui si dà dopo che viene chiesto.

Il livello inferiore a questo è quello in cui si dà meno del dovuto, ma con buon viso.

Il livello inferiore a questo è quello in cui si dà con rammarico.   

Rabbi Moses ben Maimon

La domanda

Bisogna però intenderci sul senso che tu dai alla parola “sapere”

Sapere è porre domande, rispose Reb Mendel

Cosa trarremo da queste domande? Cosa trarremo da tutte le risposte che ci costringeranno a porre altre domande, dal momento che ogni domanda non può nascere che da una risposta insoddisfacente? disse il secondo discepolo

La promessa di una nuova domanda, rispose Reb Mendel

Arriverà pure un momento, riprese il più anziano discepolo, in cui dovremo cessare di interrogare, sia perché alla nostra domanda non potrà essere data alcuna risposta, sia perché non sapremo più formulare le nostre domande, allora a che pro cominciare?

Vedi, disse Reb Mendel, alla fine del ragionamento sta sempre, in sospeso, una domanda decisiva.

Interrogare, rispose il secondo discepolo, è imboccare la via della disperazione perché non sapremo mai quello che cerchiamo di apprendere.
….

Solo la speranza di essere nel vero è reale. La verità è il vuoto, rispose Reb Mendel

Se la verità che è nell’uomo è il vuoto, riprese il discepolo più anziano, noi siamo il niente in un corpo di carne e di pelle. Dio che è la nostra verità è dunque anche il niente?

Dio è una domanda, rispose Reb Mendel, una domanda che ci porta a Lui che è Luce attraverso noi, per noi che siamo niente

Da “Il libro delle interrogazioni” di Edmond Jabès